Una serie TV tira l’altra: “Le ragazze del centralino-Las chicas del cable”. Dal femminismo alla guerra civile spagnola.

Durante il primo lock-down (marzo-maggio 2020) nel tempo dilatato a causa della pandemia da Coronavirus, per spendere al meglio le mie giornate, oltre alla lettura e alla scrittura, mi sono appassionata alle Serie- Tv, in particolare a quelle spagnole. Fra quelle che mi hanno tenuta incollata alla poltrona ricordo piacevolmente Le ragazze del centralino-Las chicas del cable. 

Una serie tv spagnola di 5 stagioni che mette in primo piano le figure femminili in un mondo in cui prevale la mentalità maschilista e i diritti delle donne non esistono.

La storia è ambientata nella Madrid degli anni ’20-’30 del Novecento e protagoniste sono quattro donne di diverse origini, che vengono assunte come centraliniste presso una compagnia telefonica.
Ognuno di loro ha il proprio passato, le proprie traversie familiari… Le loro strade si incontrano per puro caso e le loro vite si trameranno a tal punto da rimanere legate nel segno della vera Amicizia (per tutte le stagioni); dunque, sono le loro voci a essere le protagoniste assolute, mentre gli uomini rimangono un po’ sullo sfondo. La serie tv è un mix fra la leggerezza delle difficoltà quotidiane e i problemi che le donne vivevano in quel particolare momento storico, concentrandosi, tramite anche la nascita di associazioni femminili e le conseguenti rivolte, sulla lotta per la conquista dell’uguaglianza dei sessi, dei diritti formali per essere riconosciute come donne in quanto tali e non solo per essere le mogli o figlie di qualcuno e per la parità di trattamento nel lavoro e nelle istituzioni. Donne spesso costrette a dover rinunciare alla propria libertà e al proprio lavoro, donne che quotidianamente per ottenere la bramata libertà rischiavano di essere violentate e picchiate da mariti o padri di grande rigidità mentale, donne obbligate a dover accettare che il divorzio era concesso solo con la morte del coniuge.

Le 4 ragazze protagoniste lotteranno per avere le stesse opportunità degli uomini, trovando in alcuni di loro persone disposte ad aiutarle. Altro tema affrontato e indiscutibilmente sempre attuale è quello della libertà sessuale femminile e per il quale si affronterà il percorso di un personaggio verso la sua accettazione personale e sessuale e, in modo particolare, nella seconda stagione, ci sarà un approfondimento riguardo le strutture psichiatriche di quel tempo.

Penso che puntare l’attenzione sulla condizione femminile di quel tempo, possa farci apprezzare i traguardi raggiunti, ma soprattutto possa anche farci pensare quante lotte e quanta strada abbia dovuto percorrere la donna per ottenere l’agognata parità.

La serie, però, a mio avviso, in alcuni tratti, assume le caratteristiche di una telenovela, perché ci sono i classici cliché che spiegano e motivano determinate azioni e conseguenze; per il resto presenta una stesura piuttosto elevata.

Gli attori hanno una capacità interpretativa singolare, i loro sguardi sono magnetici. La fotografia così come la regia e la sceneggiatura sono magiche e in grado di cogliere assolutamente i momenti giusti, quelli perfetti per capire e apprezzare la bellezza di quell’attimo; i personaggi e i costumi d’epoca sono meravigliosi: tutto riprodotto alla perfezione.

Un vero e proprio difetto però c’è: le musiche in sottofondo non sono spagnole e nemmeno degli anni ’20-’30 del Novecento. Il soundtrack è interamente fatto di musiche moderne e americane, seppur molto gradevoli. Diciamo che questo è un dettaglio che potevano curare maggiormente, data la fedeltà storica che l’intera serie abbraccia. Penso che se avessero inserito delle musiche di quel periodo storico o anche semplicemente coerenti con la lingua originale della serie, avrebbero permesso all’atmosfera di raggiungere la perfezione in ogni scena.

Ho qualcosa da ridire anche sulla 4^ stagione in cui la scrittura, a mio avviso, è stata molto debole e lo spettatore meno coinvolto; è vero che c’erano i colpi di scena ma non erano fatti a regola d’arte. Infatti, ci sono dei vuoti narrativi e alcune cose che non si spiegano bene. Quanto alla 5^ e ultima stagione, essa presenta un salto temporale di cinque anni rispetto ai fatti del finale della quarta. Lidia, Marga, Carlota, Oscar, coraggiose e agguerrite, ci accompagnano fino alla fine della loro storia… INSIEME! In questo finale di stagione, di cui non anticipo la trama, svoltosi durante la Guerra Civile spagnola e la scalata al potere del generale Francisco Franco, ci hanno tenute, ancora una volta, col fiato sospeso affrontando nuove tematiche tra cui quella scottante dell’inammissibile reclusione nel campo femminile di prigionia e rieducazione di Aranjuez Le famose centraliniste operatrici della compagnia telefonica nazionale spagnola della Madrid degli anni 30/40 del Novecento mi hanno appassionata nelle 5 stagioni, facendomi sorridere ma anche commuovere; mi hanno travolta nella loro “rivoluzione” tra amicizie, amori, carriera. Le operatrici telefoniche coraggiose, altruiste e orgogliose hanno lottato per la parità dei diritti e la libertà dell’essere umano. Sono un esempio dei sacrifici fatti da milioni di donne nel corso della storia. Loro insegnano che l’AMICIZIA vince su tutto. Dunque, la vita e la leggenda di queste è destinata a non finire mai…

Si tratta, comunque, di una serie ben studiata che consiglio vivamente a tutti e non solo agli appassionati di Serie TV spagnole.

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