La terza giornata del 6 Nazioni 2025

La prima partita di giornata è Galles-Irlanda. L’esito appare scontato ma il cambio di allenatore (Matt Sherratt, ad interim, al posto di Warren Gatland) sembra aver dato nuova linfa ai padroni di casa che tengono in bilico il risultato fino all’ultimo. Primi a passare gli irlandesi. Sfruttano a meraviglia un’azione scaturita da un 50/22, Gibson-Park illumina per l’accorrente Conan; il quale, seppur contrastato, riesce a schiacciare l’ovale con una mano. Botta e risposta di calci di punizione e l’Irlanda sembra in controllo; ma al 34° il cartellino sventolato a Ringrose per un testa contro testa rimette tutto in discussione. Dopo vari furiosi pick and go è Morgan a siglare la meta portando sorprendentemente in vantaggio i dragoni, che ad inizio ripresa addirittura allungano con un volo splendido di Tom Rogers. “What a Rogers!!! Ginger Rogers!!!” Questa la simpaticissima esclamazione del commentatore internazionale a descrivere la bellezza del gesto tecnico. Non meno spettacolare la meta irlandese al 56°. Gibson-Park, forte di un vantaggio, calcia alto all’estremo angolo sinistro del campo. Lowe salta e inventa un palleggio da volley per Osborne che schiaccia in meta. Splendida. È il pareggio: 18-18. Con i piazzati di Prendergast gli ospiti si portano sul +6. Una meta gallese viene annullata per grounding corto ed ancora il n° 10 irlandese, con un calcio di punizione, chiude il tabellino sul 18-27. In una serata inaspettatamente complicata l’Irlanda porta a casa la Triple Crown e si conferma la favorita n° 1 per la vittoria finale. Il Galles più convincente dell’anno subisce comunque la sconfitta consecutiva n° 15.

Inghilterra-Scozia è sempre una partita di grande fascino. Sia per la rivalità storica che per le differenze genetiche di gioco che da sempre contraddistinguono le due compagini.

L’inizio non delude le attese. Grande equilibrio in campo rotto dalla meta di White che concretizza una grande azione corale scozzese in velocità con decisiva accelerazione di Jordan. L’Inghilterra ci mette i muscoli e porta in meta Freeman dopo 13 fasi furenti. Ancora Scozia in meta con Jones servito da un ispirato Van der Merwe.

Il secondo tempo è una battaglia cruenta su ogni punto di incontro, con continui turn-over (da una parte e dall’altra), più per merito di chi trova il timing giusto nei ritmi indiavolati della partita che per demerito di pulizie intempestive. Alla piazzola è l’Inghilterra a muovere il tabellino con Marcus Smith e Fin Smith, al contrario di Russell che oggi non è in giornata. Allo scadere Van der Merwe va a segno ma il 10 scozzese sbaglia la trasformazione del possibile sorpasso. Vince l’Inghilterra 16-15.

L’ultima partita è Italia-Francia. La nostra under 20, in controtendenza con quanto ci ha fatto vedere negli ultimi anni (compresa la vittoria in Francia nel Six Nations 2024) è protagonista di una prestazione disastrosa (soprattutto in touche) e viene umiliata in casa 5-58.

La Nazionale maggiore non ha certo i favori del pronostico ma non ci si aspetta una disfatta. Anche perché l’anno scorso è arrivato un pareggio fuori casa sfiorando la vittoria (calcio decisivo di Garbisi finito sul palo). E invece arriva una delle peggiori sconfitte della storia azzurra. L’inizio è promettente. Resistiamo con coraggio ai primi assalti francesi, una loro segnatura viene annullata per un in avanti e andiamo noi in meta con una sgroppata di Meloncello servito efficacemente da Brex; Allan trasforma. Risposta immediata degli ospiti con Guillard (viziata da un in avanti di Dupont non rilevato dall’arbitro); trasformazione di Ramos ed è pareggio. Allan dalla piazzola ci riporta avanti. Ancora i transalpini in meta con Mauvaka in seguito ad un’azione in maul avanzante. Tre minuti dopo è Dupont a concretizzare una bella azione in velocità. Abbiamo ancora la forza di reagire. Bellissima iniziativa di Capuozzo che disorienta gli avversari con uno scatto dei suoi; nell’azione susseguente Ruzza attira a sé gli avversari e con un no look apre la strada a Brex che va a schiacciare. Azione splendida! È il 29° e siamo in partita e sotto break. Ma Francia-Italia, in pratica, finisce qui. Le segnature di Boudehent e Barré chiudono il primo tempo e spengono la luce. L’intervallo non cambia le cose e la ripresa è un massacro sportivo intermezzato solo dalla meta di Paolo Garbisi al 60°. Non riusciamo a realizzare la quarta meta (che ci darebbe quanto meno 1 punto di bonus) perché il 2° tempo è un monologo spietato dei bleus. Finisce 24-73. Spengo incredulo la TV cercando di capire cosa sia successo dopo l’illusoria prima parte di gara. Un crollo fisico? Mentale? Oppure la Francia è semplicemente di un altro pianeta? Perché il santificato Quesada non ha saputo scuotere i nostri nell’intervallo che invece sono rientrati in campo scarichi e privi di energie psicofisiche? Non credo che il piano di gioco fosse una sorta di suicidio sportivo. Cos’ è accaduto? La sconfitta, intendiamoci, era preventivabile. Ma una simile umiliazione fa male. Specie in una giornata speciale che aveva visto dare (finalmente!) il giusto riconoscimento pubblico al leggendario capitano Sergio Parisse.

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