La “Deep Night” ragusana

La prima volta che ascoltai la voce di Pino Puggelli fu una trentina di anni fa allo Sticky Fingers di San Gregorio di Catania, storico locale che ospitava le band in un giardino all’aperto. Cantava con i Passo Pesante. Notai subito che questa persona aveva, oltre al “phisique du role” del rocker, una voce davvero impressionante che arrivava alle tonalità di un certo Ian Gillian. Appena terminato il concerto Pino, nonostante la stanchezza per l’esibizione, non rifiutava mai una piacevole chiacchierata sulla nostra comune passione.

Selezionato a “The Voice Senior” 2022, arrivò meritatamente fino alle semifinali. Tifai per lui non per una forma di campanilismo ma perché sono davvero convinto che sia un artista con la A maiuscola, uno di quelli nati per il “live”. Uno di quelli che sul palco avvertono la sensazione di trovarsi nel proprio elemento e questa sensazione la trasmettono a tutti. Perché la passione è contagiosa.

Domenica 11 febbraio al teatro Perracchio di Ragusa si esibiscono i Deep Night, una serata tutta dedicata ai leggendari Deep Purple, band inglese hard rock nata nel 1968 e tuttora in attività. Il concerto rientra nella rassegna “TeatroinMusika” (alla nona stagione) organizzata dall’associazione culturale “SiciliainMusika”, che merita un grande plauso perché in questi anni ha offerto, a musicisti e ascoltatori, uno spazio prezioso per la musica dal vivo di alto livello.

Non ci sono i 50.000 di Stoccarda che Pino “affrontò” nel 1990 aprendo con la sua band di allora il concerto degli Scorpions (come raccontato nelle interviste preliminari di “The Voice Senior”) ma il teatro è pieno e l’atmosfera è piacevolissima. La voce sempre notevole di Puggelli è sostenuta da musicisti talentuosi che alla tecnica uniscono l’ardore di chi questa musica non la suona soltanto ma la ama: Dino Fiorenza al basso, Salvo Licitra alla chitarra, Peppe Scalia alla batteria, Anthony Panebianco alle tastiere. 

Il teatro si scalda subito con “Smoke on the water”, seguita da “Burn”, il rock blues “Mistreated”, “Black night”, “Highway to star”, un accenno di “Child in time”, “Strange kind of woman”, “Never before” e tante altre, sia del periodo Gillian che di quello Coverdale. Il pubblico è in totale sintonia. La voce di Puggelli non perde un colpo ed i musicisti della band sono semplicemente mostruosi. Del resto Dino Fiorenza ha collaborato con gente come Slash dei Guns N’ Roses e Steve Vai. Ma tutti hanno un curriculum importante. Pino riesce a riscuotere applausi persino in occasione di un piccolo problema tecnico (risolto in pochissimi secondi dall’impeccabile fonico): “quando si suona dal vivo capita che un cavetto si stacchi o che ci sia qualche piccolo problema. Certo a chi si esibisce con le basi di un karaoke del cazzo non capita”. Ovazione…

L’unico strappo al tema Deep è “Cocaine”, pezzo di J. J. Cale portato al successo da Eric Clapton che la band ama particolarmente e ci regala in una versione appassionata e coinvolgente. Si chiude ancora con “Smoke on the water” con il pubblico in piedi a tributare un fragoroso applauso ad una band che si è data generosamente in un concerto tirato e di alto livello.

Come diceva Pete Townsend, “il rock non eliminerà i tuoi problemi ma ti permetterà di ballarci sopra”. E con i Deep Night si balla di sicuro. Andate ad ascoltarli in giro, non ve ne pentirete.

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