È iniziato il Sei Nazioni di rugby

Il 6 nazioni 2024 inizia con un pizzico di malinconia. Il torneo ha perso dei pezzi importanti quest’anno. Ai ritiri per motivi fisici o anagrafici dei gallesi Alun Wyn Jones, Biggar, Halfpenny e dell’irlandese Sexton, hanno fatto seguito le scelte quanto meno originali del gallese Reese-Zammit, che ha ceduto alle lusinghe economiche NFL del football americano (lo “sport da bestie giocato da bestie”), dell’inglese Owen Farrell, che ha sentito la necessità di una lunga pausa (speriamo giovi alla sua correttezza in campo) e del francese Dupont, che ha puntato sul rugby a 7 pensando alle imminenti Olimpiadi.

Ciò nonostante, quando l’arbitro della prima partita fischia il calcio di inizio, le emozioni tornano puntuali a far pulsare i nostri cuori malati di rugby. Francia – Irlanda è caratterizzata sin da subito da un dominio territoriale costante degli ospiti che prima trasformano una punizione e poi vanno in meta con Gibson-Park. È lui stesso a far partire l’azione dopo una mischia; velocissimo scambio ubriacante da Henshow ad Aki allo stesso Gibson-Park che va in meta. Crowley ha un inizio di partita comprensibilmente tentennante (sostituire Sexton non è una passeggiata) con un piazzato fuori misura ed un calcetto in area di meta che vanifica un’importante occasione. Tuttavia il 10 irlandese reagisce e si prende la scena con sempre più personalità, propiziando con un passaggio delizioso la seconda meta di Beirne e mostrandosi impeccabile al piede. Nel mezzo il primo giallo a Willemse che più tardi diventerà rosso dopo un secondo giallo (entrambi per placcaggio alto). Paradossalmente la Francia fa vedere le cose migliori proprio dopo il rosso, rimanendo nel break grazie alle mete di Penaud servito ottimamente da Jalibert e di Gabrillagues dopo una maul. A lungo andare però l’Irlanda dilaga meritatamente.

Italia – Inghilterra inaugura il nuovo ciclo di Gonzalo Quesada, il quale, intelligentemente, non fa grandi rivoluzioni per non rompere quanto di buono (a mio avviso tanto) era emerso con la gestione Crowley. Prestazione azzurra dai due volti. Primo tempo estremamente positivo, chiuso in vantaggio dopo 2 bellissime mete di Alessandro Garbisi e Tommaso Allan che coronano due splendide azioni corali. Punti deboli, già nei primi 40 minuti: in touche, nelle prese al volo dei palloni alti, nel gioco al piede. Ma la squadra è competitiva grazie ad una difesa coraggiosa, a ball carrier formidabili (Menoncello su tutti) e ad un buon fraseggio nei passaggi veloci. Tutti a questo punto speriamo in un 2° tempo che prosegua su quella lunghezza d’onda. Invece l’Italia non riesce a smuovere il punteggio per quasi tutta la ripresa, dando la possibilità agli inglesi di ritrovare tranquillità, nel gioco e nel punteggio. Gli azzurri ritrovano fiducia nei 5 minuti finali con una stoica resistenza in difesa ed una meta di Joane, a quel punto insperata, che ci consente di ottenere il meritato punto di bonus difensivo.

La terza partita è la più pirotecnica, imprevedibile, spettacolare (come spesso accade quando c’è di mezzo la Scozia). Un Galles rivoluzionato gioca un primo tempo inguardabile. Si salva il solo Reffell, il quale lotta nei breakdown e ruba palloni (in posizione da grillotalpa) poi puntualmente vanificati dai compagni. Al 43° il passivo è impietoso: 27 a 0 per gli scozzesi, scaturito da una meta di forza di Schoeman dopo 13 fasi di gioco e da un Finn Russell in grande spolvero (tutti i piazzati messi dentro, un 50/22 guadagnato e due passaggi deliziosi per le due mete di Van Der Merwe). La probabile strigliata di coach Gatland e alcuni cambi azzeccati trasformano i dragoni che giocano una ripresa furente, agevolati dall’indisciplina scozzese che causa due gialli e la conseguente inferiorità numerica per 20 minuti. Arriva una meta in maul di Botham, poi una in tuffo di Dyer lanciato all’angolo da un passaggio stupendo del subentrato Tomos Williams. Ancora due mete di forza gallesi (firmate da Wainwright e dall’esordiente Mann) portano i padroni di casa ad un solo punto dalla Scozia. Ma gli highlanders resistono e portano a casa la vittoria sfiorando la meta del bonus (ancora con Van Der Merwe). Un Galles dalle due facce porta a casa 2 punti di bonus (4 mete + bonus difensivo). Le prossime partite ci sveleranno la sua vera identità.

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