Generazioni e generazioni di diversa età sono state affascinate e trascinate nel vortice mediatico che si è creato intorno alla serie ormai nota a tutti di Mare Fuori ormai giunta alla quarta stagione.
Una serie ad episodi che ha spopolato grazie alla semplicità che ruota intorno alle singole storie dei protagonisti dell’ Ipm di Napoli che descrivono e rappresentano una realtà dura e cruda attuale di cui molti minorenni purtroppo in molti paesi del mondo, oltre ad esserne protagonisti di vita, sono al contempo anche vittime di una società criminale, atroce che pareggia i conti con il sangue, con la vendetta tra nomi e famiglie, tra i codici d’ onore che etichettano anche e soprattutto gli innocenti.
Le storie di Mare Fuori hanno come sfondo un carcere minorile al di fuori del quale si vede la grandezza e la profondità disarmante del Golfo di Napoli dove di ambienta la serie, che si erge come speranza per chi come Ciro, Rosy, Chiattillo, Carmine, Viola, Edoardo e tutti gli altri, stanno scontando la loro colpa ed un giorno saranno fuori da quelle grate migliori di come sono entrati. Questa è la speranza per molti di loro e per chi li accompagna nel loro percorso rieducativo. È proprio questo vuole essere il messaggio educativo di chi educa e appunto rieduca all’ interno dell’ Ipm di Napoli nella fiction che si ispira a realtà attuali. Figure educative come la Direttrice, le guardie penitenziarie, gli educatori che al servizio della loro missione spendono la loro vita nel cercare ed anche fuori con tutti i mezzi a disposizione nel tentativo di sensibilizzare il futuro di giovani adolescenti credendovi in primis che solo se si voglia e ci si creda, la speranza di un domani migliore potrà essere diverso, lontano dalla criminalità. Cambiare si può ma per volerlo serve impegno, rieducazione, esempio sano.
Mare Fuori emana un messaggio fortemente pedagogico e piace e conquista perché è una tela fatta coincolori della speranza e non perché come si è detto in tantissime altre situazioni, è una mitizzazione del fenomeno mafioso e dei personaggi altrettanto enfatizzanti la malavita.
In Mare Fuori ogni personaggio verte su una realtà forte o di violenza o di vendetta, di droga, di prostituzione ma, la permanenza presso il centro di rieducazione minorile è un viaggio verso la possibilità di riflettere sui propri errori, lavorare fortemente su se stessi, migliorare e provare a vivere la vita al di fuori dalla cella di reclusione da protagonisti e non da vittime della malavita. Chi educa al domani migliore, ha una fortissima responsabilità ecco dunque il perché quando vengono intraprese alcune strade professionali, tornare indietro o percorrerle con titubanza è superficialità, può anche essere un grande rischio. O ci credi o meglio lasciare perdere.

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