Si è conclusa, suscitando enorme interesse, la prima edizione del Festival
dell’autobiografia tra esplorazione del sé e memoria dei luoghi, ideato e diretto da
Lucia Caruso, organizzato, insieme, dalle associazioni L’Albero Filosofico
(Catania) e Terre perse per ritrovarsi (Venezia) con il patrocino del Comune di
Risposto (Ct).
“L’autobiografia – dichiara Lucia Caruso, presidente dell’associazione l’Albero
Filosofico e ideatrice del Festival -, è uno strumento indispensabile nel processo
umano della ricerca dei significati per collocarsi nel mondo. Qual è il potere della
narrativa? Costruire, gestire, organizzare e ri-organizzare, trasformare le nostre
esistenze per dar forma alla realtà. Memorie personali e memorie dei luoghi, laddove
il potere della parola, il bene-dire, incontra la proustiana memoria involontaria in cui
ritrovare la propria madalene, i paradisi perduti dell’infanzia privati dalla
contingenza. Tra poesia, confessione e cinema, il racconto autobiografico acquisisce
maggiore importanza dal punto di vista delle finalità formative per cogliere il potere
taumaturgico della Parola e la sacralità della scrittura, favorendo processi di
resilienza, ovvero quella capacità che ha l’individuo di reagire di fronte a forti traumi,
perdite, cambiamenti spaesanti”.
All’evento hanno partecipato numerosi e illustri relatori provenienti da tutta
Italia con interessanti interventi avviati dalla relazione “Le storie che curano” con
Lucia Caruso e Alessandro Doria (Presidenti delle Associazioni L’Albero
Filosofico e Terre perse per ritrovarsi).
Ricordiamo, nel corso delle tre giornate i momenti salienti del programma: “Bene-
dire: il potere della parola”, workshop esperienziale di Green Mindfulness
(meditazione itinerante a occhi aperti – nata nell’ambito dell’Ecopsicologia) e
scrittura ispirata lungomare Pantano, con Marcella Danon; “Ciumma a mari, canti di
tonnara e di pesca siciliani”, a cura del coro “Unica Vuci”, diretto da Simona Di
Gregorio; “Il corpo come racconto di sé nella società telematica” con Massimo
Vittorio; “Il confronto autobiografico come supporto nei casi di abbandono e
perdita”, con Alessandro Doria; “Archeologia della memoria”, narrazioni a più voci,
con significati e valori simbolici personali su figure letterarie ed esistenziali, a cura
dei formatori autobiografici dell’Albero Filosofico (Federica Marcucci su
“Autobiografia e memoria familiare”, Alessio Muratore su “L’autobiografia
all’interno di una struttura sanitaria”).
E, ancora, molto partecipati i momenti: “Ad un tratto il ricordo m’è apparso. Proust e
la memoria involontaria” con Francesco Farinella; “Autobiografia dell’acqua.
Ripercorrere gli eventi in nome dell’altro” con Domenico Brancale; “Là dove ha
inizio la fine del mondo. L’isola di Chiloè tra miti e leggende” con Anna Maria
Caruso; “I luoghi dell’anima e l’anima dei luoghi” con Maria Liberti; “Antonia
Pozzi. Narrazione poetica della vita interiore”, proiezione video poesie da “Poesia
che mi guardi”, racconto biografico di A. Pozzi, con l’intervento della regista
Marina Spada e, al termine della seconda giornata, “Le confessioni come genere
letterario in Maria Zambrano” con Lucia Caruso.
Si allegano: n. 3 foto con organizzatori e relatori di L’Albero Filosofico.
Addetto stampa Grazia Calanna