Sono gli azzurri ad aprire la quarta giornata contro la forte Scozia. La partita è preceduta dalla bella notizia di un’Under20 ancora vittoriosa, 47 a 14, nell’analogo match del Sei Nazioni di categoria. Ma la squadra di Fin Russell (autodefinitosi il “Messi del rugby”), Duhan van der Merwe, Kinghorn e compagnia bella è un’altra storia, lo sappiamo bene. Eppure la quasi vittoria in Francia ci fa ben sperare.
Inizio veemente degli azzurri che dopo appena 30 secondi causano con Menoncello un tenuto avversario e Garbisi realizza il 3 a 0 in mezzo ai pali. La reazione scozzese non si fa attendere e produce una meta molto fortunosa; tra palloni caduti a terra ma non in avanti e rimpalli casuali sfruttati comunque con grande vigoria fisica è Fegurson a schiacciare la palla oltre la linea. La Scozia vive il suo miglior momento, dimostra la sua forza e dopo qualche minuto arriva la seconda meta. Un’azione di grande potenza, pick and go furiosi e veloci fino alla marcatura di Steyn. L’Italia non si disunisce e Page-Relo innesca con un calcetto perfetto Brex, che raccoglie un pallone non facile e realizza. Purtroppo il nostro mediano di mischia, dopo il gesto pregevole del passaggio si rende protagonista di un grave errore nella gestione del pallone, intercettato e portato avanti dagli avversari fino alla meta di Schoeman. L’Italia si avvicina con i calci di Garbisi e Page-Relo, che dispone di una lunga gittata e la sfrutta: 16-22. È grazie ad un miracoloso Nacho Brex che non capitoliamo a fine frazione: placcaggio, ritorno in posizione e mani sul pallone. Il tutto a due passi dai nostri 22: meraviglioso (sarà meritatamente player of the match). Si chiude un 1° tempo di sofferenza per noi ma col grande merito di restare attaccati ai nostri avversari senza smarrirci.
La ripresa è tutta un’altra storia. Anche perché, come sono soliti affermare simpaticamente i telecronisti Munari e Raimondi, la Scozia ogni tanto, quando meno te lo aspetti, attiva la “motosega” e combina un pasticcio. Prima un’ostruzione senza palla di Schoeman rende vana la meta di Horne; poi, dopo una bellissima meta azzurra (calcetto di Garbisi per l’esordiente Lynagh), è Duhan van der Merwe a divorarsi un’occasione d’oro perdendo l’attimo del passaggio e intestardendosi in un’azione solitaria insensata. La terza meta dell’Italia è un capolavoro: azione strepitosa di Vincent che guadagna metri su metri palla in mano; dalla ruck seguente sguscia il subentrato Varney che schiaccia l’ovale in meta. La Scozia non è mai doma e trova la marcatura del bonus con Skinner. Ma gli azzurri resistono stoicamente e portano a casa la Cuttitta Cup, trofeo messo in palio dal 2022 in memoria di Massimo Cuttitta, grande giocatore italiano nonché allenatore della mischia scozzese scomparso a causa del Covid nel 2021.
Si tratta secondo me della vittoria azzurra più significativa degli ultimi dieci anni. Se infatti analizziamo le altre imprese del recente passato, le vittorie contro Sudafrica (2016) e Australia (2022) avvennero nel periodo più difficile della loro storia rugbistica; la vittoria in Galles nel Sei Nazioni 2022 avvenne contro una squadra in forte crisi di identità, di risorse e di motivazioni; il pareggio in Francia nella terza giornata è stato senz’altro agevolato dalla prolungata superiorità numerica; insomma, tutte imprese memorabili ma favorite da oggettive condizioni del momento. Questa volta no. Incontravamo una Scozia fortissima, galvanizzata e motivatissima (avendo ancora la possibilità concreta di vincere il torneo). Una formazione ben diversa da quelle battute da noi in passato, con giocatori di talento mostruoso e rodatissimi schemi di gioco. Si tratta veramente di un’impresa sensazionale.
Coach Quesada secondo me ha il grande merito di aver aumentato la nostra solidità: fisica, psicologica, tecnica.
A questo punto però, nella grande gioia per questa vittoria, vorrei esprimere una piccola osservazione personale. Nel nostro Paese abbiamo spesso la tendenza al capro espiatorio (ricordo le aspre critiche a Jacques Brunel) o all’uomo dei miracoli (che in questo caso sarebbe Quesada dopo appena 4 partite ufficiali). Secondo me i risultati sono invece frutto di tanti fattori: insieme alla mano dell’allenatore citerei l’applicazione perfetta dei ragazzi in campo, l’importante ricorso ad oriundi ed equiparati di qualità (come fanno peraltro anche le altre nazionali), gli investimenti pluriennali nei settori giovanili (i risultati dell’Under20 sono assolutamente all’altezza da diversi anni) e così via. D’altronde, se Benetton Treviso è prima in classifica nel girone di Challenge Cup ed è in posizione playoff nello United Rugby Championship vuol dire che il movimento, nel suo insieme, sta finalmente (speriamo) raccogliendo i frutti di una lunghissima e faticosa semina.
La giornata prosegue con una partita dai contenuti mai banali: Inghilterra-Irlanda. La squadra di casa inizia benissimo riuscendo ad insabbiare i quasi perfetti ingranaggi irlandesi grazie ad una pressione devastante concretizzata da una doppia meta dell’ottimo Lawrence. La seconda viene giustamente annullata per un in avanti e così l’Irlanda si mantiene in scia con i piazzati di Crowley.
Nel secondo tempo la squadra verde ritrova la sua brillantezza e realizza una splendida meta grazie al volo di Lowe all’angolino. L’Inghilterra risponde con Furbank. Un grande equilibrio rotto da un’ingenuità di O’Mahoney che prende un giallo per una scorrettezza in ruck. L’inferiorità numerica si fa sentire ed Earl va in meta resistendo ad un doppio placcaggio. Ancora Lowe, servito da Gibson-Park, affronta la collisione con Smith e schiaccia l’ovale per il vantaggio irlandese a pochissimi minuti dalla fine. Sembra che la direzione della partita sia ormai segnata ma a tempo scaduto un drop di Smith in mezzo ai pali porta il punteggio sul 23 a 22.
Niente grande slam per l’Irlanda. Ci vorrà un ultimo sforzo nell’ultima giornata per assicurarsi la quasi certa vittoria finale.
Galles – Francia chiude la quarta giornata. Entrambe hanno ragioni per essere deluse dall’andamento del torneo e reagiscono con il coltello tra i denti e con una palese rabbia da bestie ferite. Si gioca praticamente alla velocità della luce. Il primo tempo è forse il più divertente visto in questa edizione 2024. Al 9° Dyer sguscia da un’azione gallese, si produce in un piccolo slalom tra gli avversari e va in meta. La Francia risponde con i calci di Ramos. Poi Fickou riceve palla da Penaud dopo una bella azione corale e schiaccia. Ancora fuochi d’artificio con botta e risposta, a Tomos Williams risponde Le Garrec. 17 a 20 per i transalpini e si chiude la prima frazione.
L’inizio del 2° tempo è ancora elettrico. I dragoni ribaltano nuovamente il risultato con la segnatura di Joe Roberts. A questo punto la Francia dimostra di averne di più fisicamente e prende le redini del gioco. Dopo una meta annullata giustamente per un in avanti, arriva un altro piazzato di Ramos. Poco dopo il subentrato Colombe fa valere tutti i suoi chili andando oltre la linea. Un intercetto di Taofifenua porta alla meta bonus dello stesso. Chiude Lucu servito da uno scatenato Penaud.
Punteggio finale decisamente troppo severo per un Galles coraggioso ma ancora in difficoltà sulla lunga distanza. Finisce 24 a 45.