In attesa del mondiale femminile, previsto per fine agosto, diamo un’occhiata a quest’inizio estate 2025 così ricco di impegni rugbistici per le nostre nazionali.
Test match Nazionale maggiore
Namibia-Italia 6-73
È la vittoria più larga mai ottenuta in trasferta dagli azzurri. Se battere la Namibia, in sé, non giustificherebbe toni trionfalistici (pur considerando con il dovuto rispetto la discreta tradizione rugbistica dei locali), le proporzioni e la scioltezza con cui ciò è avvenuto lasciano davvero un senso di fiducia per quanto riguarda la crescita del movimento italiano. Jacopo Trulla in grande spolvero, Giacomo Nicotera neocapitano, ma è Giacomo Da Re, eletto player of the match, a rappresentare una di quelle piccole favole a cui questo sport ci ha piacevolmente abituati. Alcuni mesi fa il ragazzo aveva manifestato a coach Quesada il dubbio di non sentirsi all’altezza della Nazionale, di non essere ancora al giusto livello e, partendo da questa considerazione, intendeva rifiutare la convocazione. Coach Quesada lo ha contattato, ci ha fatto quattro chiacchiere davanti ad un caffè. Ed ecco i risultati di questo percorso di lealtà, schiettezza, volontà. Chapeau.
Sudafrica-Italia 42-24
L’Italia affronta gli attuali numeri 1 del ranking mondiale a 30 anni esatti dal mondiale di Mandela che cambiò la storia del Sudafrica e di questo sport. Stadio gremito e formazione sudafricana piena zeppa di titolari e campioni del mondo. Questi due elementi fanno piacere perché il match è ritenuto dai padroni di casa meritevole di rispetto e impegno. Purtroppo il gap tra le due squadre è notevole. La mischia sudafricana è a dir poco dominante e arginiamo la situazione solo grazie ad un’ottima tempistica che riduce al minimo i tempi degli ingaggi. La resistenza azzurra dura 10 minuti, il resto del 1° tempo è tutto un monologo verde oro, 4 mete intervallate solo dal piazzato di Da Re.
Il 2° tempo inizia con una meta dei padroni di casa annullata per un’ostruzione a metà campo. Ci mettiamo l’orgoglio e troviamo la meta con Zuliani dopo una serie di pick and go. L’ottimo Da Re trasforma. I nostri subentrati hanno un ottimo impatto sulla partita e riusciamo a contenere anche l’ingresso della temutissima “bomb squad” sudafricana. Meta di Gesi annullata perché il placcaggio avversario gli fa toccare la linea esterna un attimo prima di schiacciare. Poco dopo è Dimcheff che finalizza un’ ottima maul avanzante. Niccolò Cannone trova la meta con una rotazione del corpo eludendo il placcaggio avversario. Finisce la partita. Secondo tempo azzurro di tutto rispetto.
Sudafrica-Italia 45-0
Si bissa e l’atmosfera dello stadio verde oro è ancora una volta straordinaria, compresa la danza zulu prima del match. Gremito in ogni ordine di posti, entusiasmo alle stelle.
Il nostro 1° tempo, nonostante l’impegno, è molto difficile. Non riusciamo ad incidere in nessun modo, praticamente assenti in attacco e inefficaci in ogni fondamentale. Nemmeno il rosso a Wiese (per una leggera testata a Fischetti in maul) cambia la situazione. 4 mete a 0.
Il 2° tempo inizia con un giallo a Louw per un contatto testa contro testa ma neanche questo ci consente di contenere la valanga avversaria. Poco dopo anche Fischetti prende un giallo. Al mix micidiale di impatto fisico devastante e velocità letale in campo aperto gli Springboks hanno aggiunto un’innovazione tecnica di marca Erasmus (ma ispirata dalla squadra di un college sudafricano). Durante l’azione in campo aperto applicano improvvisamente un blocco di salto (schema da rimessa laterale) innalzando il terza linea proprio come se ci fosse una touche. A quel punto si innesca l’azione d’insieme. Da perfezionare (e forse regolamentare) ma può essere un altro tassello importante nello scacchiere sudafricano del prossimo futuro.
Per noi tour iniziato molto bene, proseguito con fiducia e coraggio, terminato malissimo. Peccato.
Mondiali under 20 di rugby
È il terzo mondiale under 20 organizzato in Italia. Proviamo ad analizzare il percorso degli azzurrini partendo dalle partite del girone eliminatorio.
Italia-Nuova Zelanda 7-14
Definire una sconfitta “impresa” stride un po’ con il nuovo tipo di mentalità che il nostro rugby sta cercando, passo dopo passo, di acquisire. Ma non esagereremmo se utilizzassimo questo termine per descrivere l’esordio italiano. Infatti i “baby blacks” ci avevano sempre battuti con un minimo di 40 punti di scarto.
L’haka iniziale è particolarmente convincente ma i tutti neri non sono nella loro migliore giornata; soprattutto troppi errori alla mano. Noi riusciamo a frenarli con una mischia immensa ed una difesa coraggiosa per tutti gli 80 minuti. La meta italiana arriva ad inizio ripresa grazie ad una galoppata di Casartelli, innescato da Todaro; il passaggio all’interno per Boni consente a quest’ultimo di schiacciare resistendo al placcaggio avversario. Purtroppo il gioco al piede non ci sorride, né in azione né dalla piazzola. E proprio un piazzato sbagliato allo scadere ci impedisce di acquisire un punticino di bonus difensivo che sarebbe stato oro colato. Aver comunque limitato lo scarto è molto importante nella determinazione dei piazzamenti.
Irlanda – Italia 16-18
Partita molto equilibrata. L’Italia fa molta fatica a produrre più fasi di attacco. Casartelli, ricevuta palla sugli sviluppi della touche, sfonda con un’azione delle sue e ci porta in vantaggio. Il nostro gioco in rimessa laterale, nel primo tempo, è molto efficace e ci consente non solo di fare meta ma anche di rubare diversi palloni sulle touche avversarie a ridosso dei nostri 22. Dopo una punizione irlandese rispondiamo, sempre dalla piazzola, con Todaro; capace, in un momento di impasse, di fare tutto da solo: calcetto, seguente placcaggio, mani sul pallone e realizzazione in mezzo ai pali.
Nel secondo tempo ancora un piazzato irlandese, noi sembriamo appannati. L’ingresso di Opoku-Gyamfy dona potenza fisica al nostro drive che va a segno con Gritti. Le due mete irlandesi potrebbero portare al pareggio ma la trasformazione decisiva, a tempo scaduto, va fuori.
Italia – Georgia 19-19
Può una partita assurda, spezzettata, dai contenuti tecnici scadentissimi, diventare memorabile? È una domanda lecita a conclusione di questo match.
L’ Italia più brutta del torneo non riesce a sfruttare la superiorità numerica (Georgia in 14 70 minuti per un rosso e addirittura in 12 per alcuni minuti dopo un giallo e il conseguente adeguamento della mischia). Subito dopo l’espulsione georgiana Zanandrea è abilissimo a gestire la palla ad una mano in pieno stile fijiano concludendo in meta. Un altro suo gioco di prestigio porta alla meta di Todaro ma viene annullata per un in avanti. La Georgia si ricompatta e sfrutta la sua maul per il pareggio. Casartelli sfonda e ci riportiamo davanti.
Nel 2° tempo il giallo di Corvasce riequilibra la situazione numerica e la Georgia segna col mediano di mischia dopo una serie di pick and go. La partita è un festival degli errori (di indisciplina, di handling, di gestione tattica) ma è il coraggio georgiano a fare davvero impressione. A 2 minuti dalla fine, dopo un altro giallo a Bianchi, Shioshvili, con un’azione muscolare, porta in vantaggio i suoi. E sembra davvero finita. Ma i nostri avversari scelgono di giocare il tutto per tutto per la quarta meta che gli consentirebbe di salire in classifica grazie al punto di bonus offensivo. E così, a tempo scaduto, ancora Zanandrea ruba una palla alla mischia georgiana e va in meta. Annullata per fuorigioco. Tutti pensiamo: adesso è finita davvero. E invece i georgiani riprendono il loro tentativo, a questo punto davvero autolesionistico se consideriamo le energie deficitarie. Vanno in attacco, ma l’Italia ha il merito di crederci ancora; conquistiamo palla, avviamo una bell’azione corale con passaggio di Fasti dal timing perfetto per Todaro che schiaccia in mezzo ai pali, realizzando la seguente trasformazione. È pareggio, all’85! L’Italia trova nella sua peggiore serata il piazzamento tra le prime 8 del torneo. La Georgia si conferma squadra rognosa che, con qualche ingenuità e scorrettezza in meno (inaccettabile la pulizia su Giacomo Milano a terra infortunato) e con tanta disciplina in più, potrebbe davvero legittimare l’ambizione di raggiungere i palcoscenici più importanti.
Semifinale 5°/8° posto = Italia – Australia 21-44
Al netto di qualche ingenuità di troppo, una bella Italia ci prova, trovandosi ad un certo punto sotto break; ma alla fine deve cedere ai più forti Junior Wallabies. Inizio traumatico. Uno-due micidiale australiano. Prima meta dagli sviluppi di una touche. Poi, immediatamente dopo il nostro calcio di ripresa del gioco, una fortunosa contesa della palla coi piedi propizia la seconda segnatura. Un colpo tremendo. Ma reagiamo con grande voglia e ci portiamo in avanti più volte, interrotti a pochi metri dalla meta per degli in avanti o per indisciplina. Finalmente segniamo con Caiolo-Serra grazie alla maul. Il diciottenne Braga mette in mezzo ai pali da posizione angolatissima. Impareremo a conoscere i suoi piedi davvero molto promettenti. Il ragazzo del Valpolicella Rugby è un profilo straordinario, segna da tutte le posizioni e anche i calci di spostamento sono impeccabili. La partita procede con un’Australia in scioltezza ed un’Italia spesso convincente, specie quando restiamo in 13 per due gialli contemporanei. Le due belle mete azzurre (Mistrulli, Todaro) di inizio ripresa ci portano sotto break e ci fanno sperare. Ma è un fuoco di paglia. L’Australia ci mostra rispetto calciando in mezzo ai pali per andare oltre il break e marca ancora per il definitivo 21-44.
Finale 7°/8° posto = Italia – Galles 31-23
Il 1° tempo è estremamente equilibrato. A far pendere la bilancia a favore degli azzurrini sono la mischia e la touche; ma anche la differente reazione ai cartellini gialli. Se infatti l’Italia, dopo il giallo a Pelliccioli, è capace di raggiungere il pareggio con un piazzato di Braga (dopo il momentaneo vantaggio gallese), il giallo a Minto si rivela invece sanguinoso per i nostri avversari. È in questo frangente, dopo la meta di Sion Davis, che realizziamo due volte. Prima Casartelli finalizza una maul avanzante; poi Zanandrea si avventa sul pallone calciato da Drago e con la sua manona “fijiana” schiaccia oltre la linea.
Nel 2° tempo l’abbrivio è sempre a favore degli azzurrini. Realizza ancora Casartelli dopo una serie di pick and go. L’unico momento delicato arriva quando un errore dell’arbitro (in avanti inesistente) ci impedisce di siglare una meta già fatta. E subito dopo il Galles trova la segnatura avvicinandosi pericolosamente; fortunatamente è viziata da un in avanti precedente e viene annullata. A completare la sinfonia azzurra i piazzati di Francesco Braga.
Gli azzurrini conquistano il 7° posto, miglior risultato di sempre ad un mondiale.
Nella finalissima il Sudafrica batte la Nuova Zelanda 23-15.
