La prima partita della terza giornata è Irlanda – Galles. Ad arbitrarla c’è l’italiano Piardi (con l’ausilio del guardalinee Gnecchi). La sua prestazione è all’altezza, convincente, di personalità e con un metro di giudizio coerente.
I padroni di casa sono meno brillanti del solito e trovano difficoltà contro la coraggiosa difesa gallese. Ma a volte la grande squadra si vede nella pazienza, quando le cose non vanno come previsto. Così, dopo che Crowley ha messo dentro ai pali un calcio di punizione con la consueta precisione, al 20° arriva la prima meta verde, frutto di una devastante maul avanzante da touche finalizzata da Sheehan. È la molla che serviva per sciogliere le briglie definitivamente. Lowe trova la seconda meta schiacciando nell’angolo sinistro e si va al riposo.
Il Galles prova a rientrare in partita ma fa fatica a superare la linea irlandese. Lo fa solo grazie ad una meta tecnica, causata da una maul contrastata irregolarmente da Bierne che prende un giallo. È solo una parentesi. L’Irlanda, prima con Frawley e poi con Beirne a tempo abbondantemente scaduto, trova, oltre alla vittoria, il bonus offensivo. Finisce 31-7.
Si prosegue con Scozia – Inghilterra, una partita dal fascino quasi epico che regala sempre emozioni forti. C’è dentro la rivalità storica tra le due nazioni/nazionali. C’è in palio la Calcutta Cup, che si assegna dal 1879 (nata in onore del club rugbistico indiano scioltosi l’anno prima). E c’è anche la possibilità ancora viva di vincere il 6 nazioni, visto che entrambe devono ancora incontrare la capolista Irlanda. Insomma un bel po’ di carne al fuoco.
L’inizio è favorevole agli inglesi. La loro solidità in difesa e in mischia mette in difficoltà la Scozia. Proprio da una mischia vinta nasce la prima meta: 4 passaggi veloci, l’ultimo dei quali parte dalle mani di Daly per Furbank che arriva in velocità e schiaccia. Ford trasforma.
La Scozia sembra appannata, servirebbe una scintilla, un’invenzione. Al 19° arriva. Delizioso passaggio di Tuipulotu per Jones che parte a razzo, innesca con un off-load da terra van der Merwe che va in meta all’angolino. Russell trasforma. Ancora una segnatura di Van der Merwe in velocità dopo un passaggio avventato inglese recuperato dalla Scozia. Un bellissimo drop di Ford mantiene l’Inghilterra in scia e si va a riposo con un + 4 Scozia.
Tuipulotu non ce la fa, è costretto ad uscire. Entra Redpath che non lo fa rimpiangere e si produce in un’azione in velocità che da il là alla terza meta scozzese. Calcetto delizioso dell’impeccabile Russell. Van der Merwe, ancora lui, raccoglie il cioccolatino e si invola in meta. Sembra fatta ma c’è ancora il tempo per un ultimo sussulto inglese. Il subentrato Feyi – Waboso sorprende una difesa scozzese colpevolmente distratta e va via di forza per la meta che potrebbe riaprire la partita. La Scozia resiste, potrebbe cercare la segnatura del bonus ma il giallo a Van der Merwe per un “ribaltino” non aiuta. Finisce 30-21.
Francia – Italia chiude la terza giornata. Si parte con una bella notizia: la nostra Under20 ha ottenuto una storica vittoria in terra di Francia meritando gli elogi dei giornali francesi che esaltano in particolare Gallorini, definito “un orco spietato”. Affermato da chi ha vissuto l’epopea dell’orco Chabal non è un complimento da poco.
L’assenza di Tommaso Allan, che ha scelto di staccare la spina per motivi personali (anteponendo, diciamolo, gli interessi del club a quelli della Nazionale), di certo non è una buona notizia (già era mancato contro l’Irlanda). Rispetto le scelte individuali. Solo mi chiedo perché esse arrivino a Sei Nazioni iniziato. Avrebbe potuto dirlo per tempo, anche per rispetto dei compagni. Alla sua assenza (pesante) si aggiungono i tanti infortuni. Ho la sensazione che con Quesada ci sia un aumento esponenziale degli scontri fisici e dei relativi rischi. Basta guardare le statistiche. Ma tant’è, probabilmente bisogna fare di necessità virtù.
La Francia delle prime due giornate non ha fatto vedere grandi cose, l’involuzione del dopo mondiale è a mio avviso palese. Il suo inizio è dominante ma pieno di imprecisioni. Così subiamo un’unica meta, peraltro dubbia, ad opera di Ollivon. Dalle immagini il grounding non è evidente ma l’arbitro è vicino e decide così. Facciamo una fatica enorme, la nostra capitolazione sembra inevitabile ma resistiamo caparbiamente con tutta la benzina che abbiamo in corpo. Jalibert si infortuna lasciando i transalpini senza apertura (nessun altro in panchina). Poi Danty placca alto Brex testa contro testa (giallo che diventerà rosso dopo le verifiche del “bunker”). Si incarica del calcio Page – Relo che mette dentro i pali da 40 metri. La prima frazione si chiude 10 a 3 per la Francia.
All’inizio del secondo tempo l’Italia, nonostante la superiorità numerica, non sembra migliorare nel gioco. Continua l’eroica battaglia di trincea ma si fa fatica ad imbastire un’azione che sia una. Ramos mette a segno il 13 a 3 per i padroni di casa e Garbisi gli risponde per il 13 a 6. A quel punto cambia qualcosa. L’ingresso di Leonardo Marin (per Mori) è a dir poco fruttuoso. L’Italia prende fiducia e trova una meta splendida. Azione propulsiva di Menoncello, palla a Marin che serve Capuozzo per il tuffo all’angolino. Garbisi trasforma da posizione molto angolata. È pareggio. Andrebbe pure bene così e torneremmo a casa soddisfatti. Invece la partita ci riserva un finale alla Hitchcock. Zuliani interviene in posizione grillotalpa (specialità della casa) e mette le mani in ruck. È il calcio di punizione, a tempo scaduto, che può valere la vittoria. Ma la palla, in assenza di vento (si gioca nello stadio indoor di Lilla), non si sa per quale misterioso fenomeno fisico, decide di cadere dalla piazzola. A quel punto ci si affretta per riposizionare velocemente l’ovale perché i secondi a disposizione stanno per scadere. Garbisi riesce lo stesso a calciare bene ma la palla colpisce il palo. È una beffa atroce, paragonabile forse soltanto al calcio fuori di un pelo di Bortoluzzi contro la Scozia, che ci avrebbe portato ai quarti di finale dei mondiali di Francia 2007.
È un pareggio comunque importante. I ragazzi meritano i nostri elogi. Teniamoci questi due punti che ci fanno agganciare il Galles e ci danno un’iniezione di fiducia ed autostima non indifferenti.