La festa dei nonni nell’I.C. Sciascia di Scoglitti: un abbraccio fra generazioni

I nonni come radici che tengono saldo il tronco e uniscono la famiglia”, questo il messaggio lanciato in occasione della festa dei nonni del 2 ottobre, fortemente voluta dalla Prof.ssa Maria Di Guardo, neo Dirigente dell’I.C. “Sciascia” di Scoglitti. L’idea, condivisa da tutti i docenti, è stata di portare i nonni a scuola, insieme ai loro nipotini, per rivivere vecchie tradizioni, oramai desuete, ma anche per raccontare come la scuola si è evoluta nel tempo. Essendo l’istituto diviso tra i plessi Sciascia e Don Bosco di Scoglitti ed il piccolo plesso Campanella di Vittoria, i festeggiamenti sono stati variamente articolati. La Dirigente, accompagnata dal Vicepreside, Gianni Nannara, ha visitato ciascuna delle quattro classi del Campanella, dopo essere stata accolta dal coro unitario che ha intonato l’inno nazionale e altri brani di benvenuto. Presenti tanti genitori e nonni che si sono raccontati. Fra questi, nonno Ciccio che ha narrato un episodio della sua infanzia: “Quando ero bambino, ogni settimana ci si riuniva in campagna per preparare il pane nel forno a legna. Noi bambini eravamo felici perché ci dedicavamo alla raccolta degli arbusti di legno per accendere il forno e per il fatto che gli adulti ci davano dei pezzetti di pasta di pane che potevamo modellare con le nostre mani”. Le maestre hanno organizzato, all’interno di ogni classe, momenti di riflessione sulla storia della scuola nel passato, con la presenza di un solo maestro o maestra su classi numerosissime, dove il rigore era non solo nell’abbigliamento, con il tradizionale grembiulino con fiocco, ma anche nell’acconciatura delle femminucce i cui capelli venivano raccolti in lunghe trecce o, comunque, legati, mai lasciati sciolti sulle spalle, e dove le classi erano suddivise per genere: classi maschili e classi femminili. Un papà della Romania ha sottolineato che nelle scuole rumene esistono ancora il maestro unico, le classi affollate ed un certo rigore che da noi sono scomparsi. Alcuni alunni hanno letto dei pensieri dedicati ai loro nonni sottolineando l’importanza che hanno nella loro vita, anche quelli che sono volati in cielo e si sono trasformati nei loro “angeli custodi”. Negli spazi adibiti all’infanzia, le maestre hanno coinvolto i bambini nella vendemmia e nella preparazione di prelibatezze derivate dall’uva, tipiche del nostro territorio: i cuddureddi e a mustata. Una riflessione di grande compiacimento è stata rivolta dalla Dirigente Di Guardo nei confronti delle insegnanti, sottolineando l’importanza del loro mestiere qui, nella terra natia, dove hanno investito le loro forze, e lo ha fatto citando un pensiero di Cesare Pavese: “Un paese ci vuole per andarsene e poi tornare”.  Nel plesso centrale di Scoglitti, invece, i festeggiamenti sono avvenuti in forma collettiva, all’interno della palestra dell’istituto, dove è stato possibile radunare tutti in un unico momento di musica, racconti e condivisioni, alla presenza, anche, di alcuni studenti della secondaria di secondo grado. A porgere i saluti dell’Amministrazione comunale di Vittoria, l’Assessore all’istruzione, Avv. Francesca Corbino, l’Assessore Salvatore Avola, alle problematiche infrastrutturali e generali di Scoglitti, l’Assessore Cesare Campailla, alla manutenzione urbana degli edifici pubblici e delle scuole. Presenti, anche, Don Robert Dynerowiczm, Parroco della Chiesa S. Maria di Portosalvo di Scoglitti, e l’ex Dirigente scolastica, Prof.ssa Giuseppina Spataro. L’inizio è stato sancito dall’Inno di Mameli eseguito, strumentalmente, da alcuni studenti della scuola secondaria di primo grado a cui è seguito il coro dei bambini della primaria. Le autorità presenti hanno espresso il proprio pensiero in merito all’importanza dei nonni nella vita dei nipoti ma, ancor di più, di tutta la comunità che li reputa un gancio tra il passato ed il presente. Tante le testimonianze e i ricordi del passato. Il tutto si è concluso con il piccolo coro delle voci dei bimbi dell’infanzia. I festeggiamenti sono proseguiti all’interno di ciascuna classe con scambi di pensieri e doni fra generazioni.

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